POV
Attraverso le onde incrinanti
contando pecorelle nei cieli tersi
solcando galassie distanti
osare a guardare con occhi diversi.
Bussole a indicare la felicità
cosmonauti con la testa tra le stelle
E=mc2, cacciatori della relatività
nave arenata su una risata a crepapelle.
Della tua vita chiedo un assaggio
mentre punti la luna fisso il tuo dito
faremo autostop chiedendo un passaggio
per il nostro viaggio verso l’infinito.
03.01.2024
IL TEMPO TRA DI NOI
Sulla punta del tuo naso un po’ di farina
ti sorridono gli occhi mentre bizzarra alchimista
metti a soqquadro la nostra cucina.
Sono tra i piedi, me lo ricordi, così mi siedo
impasti, ti fermi, poi sbuffi e mi chiedo
se io stia rubando il tuo tempo quasi fossi Lupin,
ritorni sulla tua torta, le tue iridi brillano di stelle Michelin.
Il profumo dolciastro, io a provocarti in disparte
e tu stizzita: “Smettila, che ti sparo su Marte”.
Rincaro la dose: “Ce la farai se ti impegnerai parecchio”
e mi lanci un marshmallow che mi centra l’orecchio.
Usciamo dal tuo regno, lasciando tempo al tempo
la tua torta la gusteremo, al nostro rientro.
Il tempo tra di noi, come il cetriolo dentro al Bic Mac,
lo sfuggente formaggio sfuso ad accarezzare lo speck.
Siamo due personaggi da asporto in strada a fissare un aereo
siamo due chefs che non si prendono troppo sul serio,
il tempo tra di noi, prezioso, lo gustiamo masticando lentamente
mentre fissi il nulla, con il tuo sguardo da veggente.
Niente torta, oggi, dobbiamo ancora digerire l’hamburger
lo faremo con calma, continuando a cercare i pezzi giusti
del nostro eterno puzzle targato Ravensburger.
05.01.2024
COME SE FOSSI UN ARTISTA
Io mi volto e continuo
dopo aver ascoltato i vostri consigli
e alle vostre teorie astruse sul mio essere
ho risposto con sbadigli.
Fare le valigie di notte, improvvisare un viaggio
senza senno e di getto, un po’ alla Caravaggio,
orgoglioso dei miei errori, sì e lo ammetto
non sono Giotto, che si vanta del suo cerchio perfetto.
Ho fatto una grigliata di pesce con le tue insinuazioni da squalo,
non ti ascolto più, sai, ho la testardaggine di Frida Kahlo.
La libertà guida il popolo, a me basta una caffetteria in città
e lascio a te l’impeto del dipinto a olio di Delacroix.
Io scruterò i dettagli della vita,
nello nelle allucinazioni dell’arte di Bosch nascosti,
e come Magritte dirò “Questa non è una pipa.”
volando verso surrealistici posti.
Non terrò il musone, come le opere di Modigliani
quando non mi scriverai e macchierò le mie mani,
con inchiostro indelebile a sostituire un “mi ami?”
come Andy Warhol, a vendere emozioni come fossero divani.
Camminerò lungo la mia via, senza voltarmi, passo dopo passo
Se a loro piaceranno i mie angoli, bene, altrimenti dovranno
interpretarmi come il cubismo di Picasso.
Ma quando le mie narici annuseranno la lavanda di Provenza,
di tutti me ne fregherò, ma con te non potrò stare senza.
Con tavolozza e pennelli senza fretta nella mia stanza ti aspetterò,
non sapendo che si tratta di un manicomio, firmato Van Gogh.
05.01.2024
FARI
Fari ai quali aggrapparci
siamo scivolati sugli scogli
e nessuno si è degnato di salvarci.
Tutti indaffarati a ballare sulla spiaggia
annoiati ad un’ebete festa,
senza empatia per scorgere
la nostra tempesta,
e il mare mosso dentro la nostra testa.
Fari sul lembo di un’isola
inesplorata da chi non osa,
incute paura un fascio di luce
e chi, a notte fonda, non riposa.
Annaspare confidando in un salvagente
luci a sondare le onde intrepidamente,
battito che decelera incontro alla sorte
avvistando la zattera di Caronte
che odora di morte.
Ma si spalanca la porta del faro
l’orbo si avvicina con la lanterna ignaro,
Fidarsi di chi? Ma scelta più non hai,
soltanto il barbuto può snodarti dai guai.
Fari dentro ai quali scaldarci,
una coperta sulle spalle di lana fine,
fradici a starnutire,
ad ascoltare leggende marine.
In fondo felici che qualcuno ci abbia
estratto le spine,
in fondo felici che ancor nella pelle
non abbiamo inciso la parola “fine”.
07.01.2024
PAROLE GIUSTE
Parole d’amore
dosate con il contagocce,
strati di colore delineati
dall’armonia di un pennello libero.
Un graffiti esplosivo
a tingere le labbra socchiuse
sussurrando quelle parole dolenti
alitate a chi sa ascoltare.
Un disegno ad acquarello
diluito nelle tue lacrime
nelle promesse glaciali
che potrai contare su di me,
che ogni tramonto ogni alba
la contemplerai con me accanto.
Una tazza fumante di tè
un croissant riempito di complicità
sarà la nostra tacita dichiarazione d’amore
condivisa dal battito della nostra eternità.
11.01.2024
STRATEGIE
Su questa scacchiera,
noi pezzi di fragile cristallo
cercando di farci scacco matto a vicenda.
Inconsapevoli che non
c’è vinto né vincitore
tra regina d’ossidiana
e re d’avorio
sospinti dallo stesso scopo.
Mosse strategiche
di ansia soffocante
limitate in uno spiazzo ristretto,
diagonali e avanzamenti
introspettivi a delimitare
la nostra partita spettrale.
11.01.2024
CAREZZE MUSICALI
Un giradischi comprato
per pochi spiccioli
al mercatino delle pulci,
ago graffiante e zoppicante
chiamato a decantare melodie senza tempo.
Canzoni che ci fanno da specchio
toccanti autobiografie scritte
come apposta per noi.
Testi volti a ricucire le pezze dell’anima
cadute per terra.
Rigirare la ruota del tempo
o semplicemente girare il disco
per scrutare il mondo di colpo
da una perspettiva diversa.
Messaggi subliminali celati
sul lato B del 33 giri nero cobalto,
un carosello intento a rivelare parole
che solo riesce a cogliere
chi le ascolta con la pelle d’oca
cinta da un nodo in gola.
23.01.2024
LASSÙ
Lassù te ne stai muta e beata
a vegliare sulle increspature della notte,
in silenzio ci scruti per nascondere la tua timidezza
dietro una nuvola di passaggio.
Vestita di un giallo fulgente
decori il buio senza giudicarci,
e ogni tanto prima di assopirci
ci fermiamo per contemplarti.
Lassù sei una mamma che ci accudisce.
Sei lontana eppure ti sentiamo così vicina.
Esposta allo sguardo di tutti eppure solitaria,
mi chiedo se di tanto in tanto ci parli nel sonno
soltanto per sentirti un po’ parte di noi.
26.01.2024
LUCI NELLA NOTTE
Per quelli che non dormono
rigirandosi tra il cuscino sfregandosi gli occhi,
e per gli afflitti dal mal di denti
che si alzano per prendere un OKI.
Per quelli che scrivono, sotto il lumicino
di una fievole lampadina,
per quelli che soffrono d’insonnia
e non basta contare tutto il gregge
prima che soggiunga la mattina.
Per chi preso dall’ansia o da qualche preoccupazione,
con il muso lungo e le occhiaie
domani soffierà sul caffè
della prima colazione.
Per chi apre le tende, e a notte fonda,
scorge altre luci alle finestre
come lampare attraccate al molo,
per chi la notte accarezza la ninna nanna del silenzio,
sapendo di non essere solo.
Per chi si alza semplicemente perché
deve andare al cesso,
per chi ama la notte scoprendo,
che le carezze sono anche meglio del sesso.
Per chi cammina nel sonno
e per chi bofonchia frasi
mentre sta sognando,
per chi orfano dei suoi cari
azzera il vuoto del buio
pregando.
Per chi la notte apre il frigorifero
accecato dalla luce al suo interno,
per gli artisti delle tenebre
che trasformano in paradiso l’inferno.
Per chi la notte trasforma la camera in locale da ballo,
lasciandosi andare in una frenetica danza,
per chi in ogni finestra illuminata
vede un barlume di speranza
28.01.2024
AMARCORD
Mancano i vecchi cinema
con l’odore viziato di chiuso,
e la penombra che dal buio
faceva sbocciare storie d’amore,
come un fiore che ostinatamente
cresce tra le crepe dell’asfalto.
Il russare soporifero del proiettore
faceva da colonna sonora al
profumo zuccherato di pop-corn.
Sgranocchiati senza fretta
tra le mimiche dei tragicomici film muti.
Il bianco e nero sollecitava la fantasia,
mentre lo schermo enorme segnava
il confine della nostra immaginazione.
E c’era sempre un bacio rubato
o un lieto fine riconciliante.
Prima che le luci abbaglianti
ridestavano le coppie letargiche
con le teste appoggiate una all’altra
perse nel loro film più bello
con finale a sorpresa.
31.01.2024
ZITTO ZITTO
A passo felpato ci passi accanto
quasi timoroso di spaventarci,
mentre siamo indaffarati
a rimpiangere clessidre vuote
inconsapevoli che sei già passato.
Ospite ignorato, poi ti citiamo
soltanto quando te ne sei già ritornato a casa.
Ormai davanti alla TV, sdraiato sul divano
a ingozzarti di serie Netflix.
Soltanto quando immersi nella nostra senilità
malediciamo acciacchi e rughe glabellari,
cellulite e memoria crivellata come un Emmental
ci rendiamo conto di non averti preso sul serio.
Zitto zitto ci passi dinanzi, senza giudicare,
discreto eppur di raggiante bellezza
come una modella sul tapis rouge di Cannes
mentre ti macelliamo di indifferenza
tra cellulari e “Dai, un giorno poi ti chiamo...”
E ridi dei “Carpe Diem” che la gente si tatua sulla pelle
per lamentarsi subito dopo della tonalità dello smalto.
Ridi dei nostri futili problemi, dei nostri litigi per delle sciocchezze,
dei nostri ritardi in attesa di un secondo treno.
Perché sai di essere unico, di non essere in vendita,
sei il tempo... e alla fine vinci sempre tu.
E noi, beh noi possiamo soltanto porgerti la mano
e con gratitudine invitarti al ballo del nostro
ADESSO.
01.02.2024
DIPINTO A OLIO
Intensa con occhi di drago
sgorghi e insorgi da un dipinto
pennellato ad occhi chiusi,
dove giallo ocra e turchese
una volta fuori dal tubo
in sinergia si sono fusi.
Astrattismo sospirante di ragione
pazza incoscienza inondata
in un nascosto atelier,
quadro trepidante di fremiti
dove interpretazione non c’è,
solo punti di vista assorti
nel crogiolo di una pozione incantata,
stregata di notte in un vicolo cieco
in questa Parigi assonnata.
06.02.2024
MASCHERE PAZZE DI VERITÀ
Maschere tolte a carnevale
deposte in nome della sincerità,
espressioni tinte di surreale
incrocialo l’empatica reciprocità.
Pagliacci vestono l’ombra del domani,
zoppicano tra le pozzanghere
catturando ragni e liberandoli,
sotto il gelo scorgono tersi cieli australiani,
da dove cade lieve
una pioggia di coriandoli.
11.02.2024
SAN VALENTINO
E anche se oggi ti coprirò di rose
e di morbidi cioccolatini,
sono tutti gli altri giorni ad avvinghiarmi
di gratitudine
per i nostri condivisi destini.
Tempo che vola sotto lo stesso tetto,
ma sarà ogni giorno S. Valentino
finché ci ungeremo con l’elisir del rispetto.
L’amore sognante talvolta illuso
nell’arido deserto di un miraggio,
abbracciarsi forte tra lacrime e risate
e continuare lungo lo stesso viaggio.
14.02.2024
Attraverso le onde incrinanti
contando pecorelle nei cieli tersi
solcando galassie distanti
osare a guardare con occhi diversi.
Bussole a indicare la felicità
cosmonauti con la testa tra le stelle
E=mc2, cacciatori della relatività
nave arenata su una risata a crepapelle.
Della tua vita chiedo un assaggio
mentre punti la luna fisso il tuo dito
faremo autostop chiedendo un passaggio
per il nostro viaggio verso l’infinito.
03.01.2024
IL TEMPO TRA DI NOI
Sulla punta del tuo naso un po’ di farina
ti sorridono gli occhi mentre bizzarra alchimista
metti a soqquadro la nostra cucina.
Sono tra i piedi, me lo ricordi, così mi siedo
impasti, ti fermi, poi sbuffi e mi chiedo
se io stia rubando il tuo tempo quasi fossi Lupin,
ritorni sulla tua torta, le tue iridi brillano di stelle Michelin.
Il profumo dolciastro, io a provocarti in disparte
e tu stizzita: “Smettila, che ti sparo su Marte”.
Rincaro la dose: “Ce la farai se ti impegnerai parecchio”
e mi lanci un marshmallow che mi centra l’orecchio.
Usciamo dal tuo regno, lasciando tempo al tempo
la tua torta la gusteremo, al nostro rientro.
Il tempo tra di noi, come il cetriolo dentro al Bic Mac,
lo sfuggente formaggio sfuso ad accarezzare lo speck.
Siamo due personaggi da asporto in strada a fissare un aereo
siamo due chefs che non si prendono troppo sul serio,
il tempo tra di noi, prezioso, lo gustiamo masticando lentamente
mentre fissi il nulla, con il tuo sguardo da veggente.
Niente torta, oggi, dobbiamo ancora digerire l’hamburger
lo faremo con calma, continuando a cercare i pezzi giusti
del nostro eterno puzzle targato Ravensburger.
05.01.2024
COME SE FOSSI UN ARTISTA
Io mi volto e continuo
dopo aver ascoltato i vostri consigli
e alle vostre teorie astruse sul mio essere
ho risposto con sbadigli.
Fare le valigie di notte, improvvisare un viaggio
senza senno e di getto, un po’ alla Caravaggio,
orgoglioso dei miei errori, sì e lo ammetto
non sono Giotto, che si vanta del suo cerchio perfetto.
Ho fatto una grigliata di pesce con le tue insinuazioni da squalo,
non ti ascolto più, sai, ho la testardaggine di Frida Kahlo.
La libertà guida il popolo, a me basta una caffetteria in città
e lascio a te l’impeto del dipinto a olio di Delacroix.
Io scruterò i dettagli della vita,
nello nelle allucinazioni dell’arte di Bosch nascosti,
e come Magritte dirò “Questa non è una pipa.”
volando verso surrealistici posti.
Non terrò il musone, come le opere di Modigliani
quando non mi scriverai e macchierò le mie mani,
con inchiostro indelebile a sostituire un “mi ami?”
come Andy Warhol, a vendere emozioni come fossero divani.
Camminerò lungo la mia via, senza voltarmi, passo dopo passo
Se a loro piaceranno i mie angoli, bene, altrimenti dovranno
interpretarmi come il cubismo di Picasso.
Ma quando le mie narici annuseranno la lavanda di Provenza,
di tutti me ne fregherò, ma con te non potrò stare senza.
Con tavolozza e pennelli senza fretta nella mia stanza ti aspetterò,
non sapendo che si tratta di un manicomio, firmato Van Gogh.
05.01.2024
FARI
Fari ai quali aggrapparci
siamo scivolati sugli scogli
e nessuno si è degnato di salvarci.
Tutti indaffarati a ballare sulla spiaggia
annoiati ad un’ebete festa,
senza empatia per scorgere
la nostra tempesta,
e il mare mosso dentro la nostra testa.
Fari sul lembo di un’isola
inesplorata da chi non osa,
incute paura un fascio di luce
e chi, a notte fonda, non riposa.
Annaspare confidando in un salvagente
luci a sondare le onde intrepidamente,
battito che decelera incontro alla sorte
avvistando la zattera di Caronte
che odora di morte.
Ma si spalanca la porta del faro
l’orbo si avvicina con la lanterna ignaro,
Fidarsi di chi? Ma scelta più non hai,
soltanto il barbuto può snodarti dai guai.
Fari dentro ai quali scaldarci,
una coperta sulle spalle di lana fine,
fradici a starnutire,
ad ascoltare leggende marine.
In fondo felici che qualcuno ci abbia
estratto le spine,
in fondo felici che ancor nella pelle
non abbiamo inciso la parola “fine”.
07.01.2024
PAROLE GIUSTE
Parole d’amore
dosate con il contagocce,
strati di colore delineati
dall’armonia di un pennello libero.
Un graffiti esplosivo
a tingere le labbra socchiuse
sussurrando quelle parole dolenti
alitate a chi sa ascoltare.
Un disegno ad acquarello
diluito nelle tue lacrime
nelle promesse glaciali
che potrai contare su di me,
che ogni tramonto ogni alba
la contemplerai con me accanto.
Una tazza fumante di tè
un croissant riempito di complicità
sarà la nostra tacita dichiarazione d’amore
condivisa dal battito della nostra eternità.
11.01.2024
STRATEGIE
Su questa scacchiera,
noi pezzi di fragile cristallo
cercando di farci scacco matto a vicenda.
Inconsapevoli che non
c’è vinto né vincitore
tra regina d’ossidiana
e re d’avorio
sospinti dallo stesso scopo.
Mosse strategiche
di ansia soffocante
limitate in uno spiazzo ristretto,
diagonali e avanzamenti
introspettivi a delimitare
la nostra partita spettrale.
11.01.2024
CAREZZE MUSICALI
Un giradischi comprato
per pochi spiccioli
al mercatino delle pulci,
ago graffiante e zoppicante
chiamato a decantare melodie senza tempo.
Canzoni che ci fanno da specchio
toccanti autobiografie scritte
come apposta per noi.
Testi volti a ricucire le pezze dell’anima
cadute per terra.
Rigirare la ruota del tempo
o semplicemente girare il disco
per scrutare il mondo di colpo
da una perspettiva diversa.
Messaggi subliminali celati
sul lato B del 33 giri nero cobalto,
un carosello intento a rivelare parole
che solo riesce a cogliere
chi le ascolta con la pelle d’oca
cinta da un nodo in gola.
23.01.2024
LASSÙ
Lassù te ne stai muta e beata
a vegliare sulle increspature della notte,
in silenzio ci scruti per nascondere la tua timidezza
dietro una nuvola di passaggio.
Vestita di un giallo fulgente
decori il buio senza giudicarci,
e ogni tanto prima di assopirci
ci fermiamo per contemplarti.
Lassù sei una mamma che ci accudisce.
Sei lontana eppure ti sentiamo così vicina.
Esposta allo sguardo di tutti eppure solitaria,
mi chiedo se di tanto in tanto ci parli nel sonno
soltanto per sentirti un po’ parte di noi.
26.01.2024
LUCI NELLA NOTTE
Per quelli che non dormono
rigirandosi tra il cuscino sfregandosi gli occhi,
e per gli afflitti dal mal di denti
che si alzano per prendere un OKI.
Per quelli che scrivono, sotto il lumicino
di una fievole lampadina,
per quelli che soffrono d’insonnia
e non basta contare tutto il gregge
prima che soggiunga la mattina.
Per chi preso dall’ansia o da qualche preoccupazione,
con il muso lungo e le occhiaie
domani soffierà sul caffè
della prima colazione.
Per chi apre le tende, e a notte fonda,
scorge altre luci alle finestre
come lampare attraccate al molo,
per chi la notte accarezza la ninna nanna del silenzio,
sapendo di non essere solo.
Per chi si alza semplicemente perché
deve andare al cesso,
per chi ama la notte scoprendo,
che le carezze sono anche meglio del sesso.
Per chi cammina nel sonno
e per chi bofonchia frasi
mentre sta sognando,
per chi orfano dei suoi cari
azzera il vuoto del buio
pregando.
Per chi la notte apre il frigorifero
accecato dalla luce al suo interno,
per gli artisti delle tenebre
che trasformano in paradiso l’inferno.
Per chi la notte trasforma la camera in locale da ballo,
lasciandosi andare in una frenetica danza,
per chi in ogni finestra illuminata
vede un barlume di speranza
28.01.2024
AMARCORD
Mancano i vecchi cinema
con l’odore viziato di chiuso,
e la penombra che dal buio
faceva sbocciare storie d’amore,
come un fiore che ostinatamente
cresce tra le crepe dell’asfalto.
Il russare soporifero del proiettore
faceva da colonna sonora al
profumo zuccherato di pop-corn.
Sgranocchiati senza fretta
tra le mimiche dei tragicomici film muti.
Il bianco e nero sollecitava la fantasia,
mentre lo schermo enorme segnava
il confine della nostra immaginazione.
E c’era sempre un bacio rubato
o un lieto fine riconciliante.
Prima che le luci abbaglianti
ridestavano le coppie letargiche
con le teste appoggiate una all’altra
perse nel loro film più bello
con finale a sorpresa.
31.01.2024
ZITTO ZITTO
A passo felpato ci passi accanto
quasi timoroso di spaventarci,
mentre siamo indaffarati
a rimpiangere clessidre vuote
inconsapevoli che sei già passato.
Ospite ignorato, poi ti citiamo
soltanto quando te ne sei già ritornato a casa.
Ormai davanti alla TV, sdraiato sul divano
a ingozzarti di serie Netflix.
Soltanto quando immersi nella nostra senilità
malediciamo acciacchi e rughe glabellari,
cellulite e memoria crivellata come un Emmental
ci rendiamo conto di non averti preso sul serio.
Zitto zitto ci passi dinanzi, senza giudicare,
discreto eppur di raggiante bellezza
come una modella sul tapis rouge di Cannes
mentre ti macelliamo di indifferenza
tra cellulari e “Dai, un giorno poi ti chiamo...”
E ridi dei “Carpe Diem” che la gente si tatua sulla pelle
per lamentarsi subito dopo della tonalità dello smalto.
Ridi dei nostri futili problemi, dei nostri litigi per delle sciocchezze,
dei nostri ritardi in attesa di un secondo treno.
Perché sai di essere unico, di non essere in vendita,
sei il tempo... e alla fine vinci sempre tu.
E noi, beh noi possiamo soltanto porgerti la mano
e con gratitudine invitarti al ballo del nostro
ADESSO.
01.02.2024
DIPINTO A OLIO
Intensa con occhi di drago
sgorghi e insorgi da un dipinto
pennellato ad occhi chiusi,
dove giallo ocra e turchese
una volta fuori dal tubo
in sinergia si sono fusi.
Astrattismo sospirante di ragione
pazza incoscienza inondata
in un nascosto atelier,
quadro trepidante di fremiti
dove interpretazione non c’è,
solo punti di vista assorti
nel crogiolo di una pozione incantata,
stregata di notte in un vicolo cieco
in questa Parigi assonnata.
06.02.2024
MASCHERE PAZZE DI VERITÀ
Maschere tolte a carnevale
deposte in nome della sincerità,
espressioni tinte di surreale
incrocialo l’empatica reciprocità.
Pagliacci vestono l’ombra del domani,
zoppicano tra le pozzanghere
catturando ragni e liberandoli,
sotto il gelo scorgono tersi cieli australiani,
da dove cade lieve
una pioggia di coriandoli.
11.02.2024
SAN VALENTINO
E anche se oggi ti coprirò di rose
e di morbidi cioccolatini,
sono tutti gli altri giorni ad avvinghiarmi
di gratitudine
per i nostri condivisi destini.
Tempo che vola sotto lo stesso tetto,
ma sarà ogni giorno S. Valentino
finché ci ungeremo con l’elisir del rispetto.
L’amore sognante talvolta illuso
nell’arido deserto di un miraggio,
abbracciarsi forte tra lacrime e risate
e continuare lungo lo stesso viaggio.
14.02.2024